Gruppo N. 17 Nome Gruppo: harmonicabar Titolo Brano: gothic requiem
Valutazione popolare: 44 - N. 5 giudizi
(Il giudizio popolare non ha nessuna valenza ai fini della valutazione della giuria della rassegna, serve solo per avere un giudizio popolare da confrontare con quello istituzionale).
Giudizio espresso dalla Giuria della Rassegna:
ESTETICA:
1510
ORIGINALITÀ:
416
ESECUZIONE:
157
TOTALE:
2083
Per questo gruppo 23 giudizi su 23 giurati.
Giudizi espressi = 100,00% sul totale dei gruppi in rassegna.
Note del gruppo: GOTHIC REQUIEM, degli "HarmonicaBar".
Testo di Giacomo Fudenji Seccafien, tratto dall'omonima tetralogia poetica. Traduzione di Anna Tosin.
Musica di Norman Zoia, tratta dalla sua "Pugnale d'argento".
UN GOTICO CANTO DI MORTE
Si stupisce il demone ogni tempo d’ogni suo gesto
Espressione tenera, la falena, non basterebbe l’eterno
A stancarsi o annoiarsi dei suoi occhi d’insetto
E gli manca, lui la ama, lei è calore d’inverno.
E si taglia i capelli con lamette insanguinate
Le risposte della merla sono vertigini di dolore
Falena e demone, che verità indagate?
Amaro soffocarsi sterile e non v’è più amore.
E visse la vita negli occhi, fuggita dalle palpebre
Nello sguardo stanco d'una ragazza fragile per quel luogo
Io la fissavo, dietro il mio mentirle ed i vent'anni
Scorgendovi l'anima d'un vecchio alla fine.
Poggia la testa in un sonno della notte figlia
Stringe la sua mano nelle dita piccole per capire
E lei s'assopisce sul bracciale d’un giostraio
Bracciale della sedia a dondolo che la culla da un po'.
Ma il passero nel grigiore della calce cerca senza pace le sue briciole di fogna
Evaporano dita, la nicotina intanto tace, sogna silenziosa una morte di pioggia
Perché uccidendomi nel suo veleno, diverrò goccia, ma di goccia in goccia soffierò verso te
Sarai sotto la doccia o bagnata in un bar, con la mia sigaretta a metà ad addolcirti il caffè
Ero parole e barba da uomo di mare, insicura carezza per quando stavi male
Tu, volto maturo di amica bambina che mi hai visto cadere in veleno, come vapore di nicotina.
Siamo stati amanti, da quando ci fummo incontrati, o dimmelo tu, cosa mai siamo stati?
E tu che vuoi, passero di calce? Vattene via. Torna nella fogna, dov’è ormai cadavere l’anima mia.
Specchio senza timpani che cammina indietro
Giudica la sagoma sua veemente con falangi di vetro
Assente ed incapace di sentire il silenzio
Di una figura ignara di bellezza e d’assenzio.
Ma ubriaca d’esser ingenua, eterna creatura
Angelica e dolce di una bellezza d’acqua pura
Di neve che piange su di un fiume d’estate
Si ritroverà regina oscura in un regno di nere fate
Perché sapeva la merla antica essere bianca
Di neve battente le giornate del gelo
Quelle che uccidono la falena stanca
Se il demone non la protegge con un respiro di meno.
Chi può sopportare la cenere in bocca
È quel poeta maledetto mentre si cuce le palpebre
Per esorcizzare il verso del suicidio
O il cappio in rima baciata nella stanza dell’amore.
Sotto il mandorlo in fiore di un Gargouille fatto statua
I petali in bianco il vento soffierà
Oltre la sua testa poggiata sulle mie carezze
Per il suo cuore che non batte più.
E brina è il primo umore dell’amore bagnato
Una spina, una ferita, sulla bocca di Pilato
Aracnidi nemici, non resta che il sollievo di una sigaretta.
Sigaretta… Flauto di mare.
GOTHIC REQUIEM
Everytime the demon is amazed by her gesture,
tender expression, the moth, even the eternity wouldn’t be enough
to get bored, to get used to her insect’s eyes
And he misses her, he loves her, she is wormth in wintertime.
And he cut his hair with bloody blades
The answers of the blackbird are dizziness of sorrow
Moth and demon, what truth are you looking into?
A bitter and sterile suffocation and love is no more.
And she lived through the eyes, escaped from the eyelid
In a tired gaze of a frail girl for that place
And I stared at her, behind my lies and my twenty years
At the end, catching sight of the soul of and old man
But the sparrow, in the greyness of lime, searches restlessly for its crumbs of cesspool
Fingers evaporate, nicotine is silent, dreaming silently a rainy death
If i killed myself with its venom I’ll become a drop, but drop after drop I’ll blow towads you
You will be under the rain or wet in a bar, with half of my sigarette to sweeten your coffee
I was words and beard of a seaman, a trembling caress for when you were down
You, the mature face of a friend child, who saw me falling into poison, like nicotine’s venom
Since the day we met we’ve been lovers or, you tell me, what ever have we been?
And what do you want, sparrow made of lime? Go away. Go back to the cesspool, where the corpse of my soul is.
Mirror without eardrum that is walking backwards
Judge her vehement profile with glass phalanxes
Absent and unable to hear the silence
Of a figure who ignores beauty and absinthe
But who is drunk with her naivity, eternal angelic creature
the sweetness of the beauty of pure water belongs to her
the beauty of snow that cries on a summer river
She will become the dark queen of a black fairies’ kingdom
Cause the ancient blackbird knew she was as white
as snow tapping the frozen days
Those days that will kill the exhausted moth
If the demon doesn’t protect her with a fewer breath
The one who can bear ash in his mouth
Is that cursed poet while he is sowing his eyelids
For exorcing the verse of suicide
Or the Loop in the rhyming couplets of the stanza of love
Under the blossom almond tree of a Gargouille turned into a statue
The wind will blow its white petals
Over its head laying upon my caresses
For its heart, that doesn’t beat anymore.
And frost is the first mood of a wet love
A thorn, a wound, on Pilate’s mouth
Arachnid enemies, there is but the relief of a sigarette.
A sigarette.. sea flute.
BIOGRAFIA DEL GRUPPO
Gli "HarmonicaBar" nascono come duo blues di rivolta studentesca nel 2007, fondato dall'epoca quindicenne Giacomo Seccafien che presto entrerà nel buddhismo col nome laico 'Fudenji'. Accompagnano i gruppi della propria zona sperimentando strumenti etnici quali il bouzuki, l'oud arabo, l'armonica ad ancia e lo zurna.
Giacomo, logopedista di professione, anarchico nel pensiero, trascinerà la band verso orizzonti di contaminazione per tutto il decennio. In gioventù, tra la gestione di un piccolo giornale locale e qualche articolo sul Manifesto, capisce la sua strada nel narrare, che esercita come scrittore, musicista, scenografo e radiofonista (principalmente per Rsd102.200). Nello specifico, è autore della saga del Gothic Requiem che comprende quattro libri (“Un lungo respiro di silenzi” di AltroMondo Editore 2009, “Resistere e vivere” di Edizioni Alvorada 2010, “Lucrece” di Fabbroni Editore 2011 e “Amygdali Gargoyle” di Mjm Editore 2014).
Gli HarmonicaBar trovano l’album di esordio nel mercato discografico nel 2011 con “FrontLine” (dal quale verranno estratti 5 cortometraggi, un singolo ed un album dal vivo). Il disco comprende anche "Pray for the Lybian anarchist", che sarà la prima canzone folk trasmessa dalla radio ribelle diventata poi nazionale nella brevissima democrazia della Libia dopo la caduta del regime nella Primavera Araba.
Seguono 3 EP da solista (“Florilegio” sulla contaminazione linguistica musicale nel 2013, “Jesus Oportet Magdalen Suam” sulla ricerca operistica teatrale nel 2014, e “Triskaidekaplofonie” sulla sperimentazione vocale ispirata a Demetrio Stratos sempre nel 2014). Dopo aver raggiunto addirittura i 9 elementi, il gruppo prosegue, in parallelo alla professione, i propri studi sonori e melodici concentrandosi sulle figure di Fabrizio de Andrè e di Yusuf Islam, dove i componenti prestano talvolta la voce nella creazione di audiolibri per ipovedenti e dislessici. Nella sua recente opera “Passi perVersi” Norman Zoia dedica al frontman una prestigiosa lirica.
Nel 2015 esce il libro "Dal fumo nell'oppio al fondo dell'assenzio", aspra documentazione dell'autodistruzione che incontra l'artista, mentre l'anno successivo è la volta del 45 giri "La Falena ed il Demone", che oltre a contenere il brano più poetico mai composto dall'autore ("L'Apollonide", ambientato in una casa di tolleranza), primeggia in "Lettera di rapimento", romantica invettiva sui diritti dei lavoratori stagionali. Questo pezzo segna anche un breve ritorno televisivo di Giacomo, che lo diffonde scontrandosi con non poca censura. Dalla fine di quell'anno ad oggi è in corso un tour presso il "Festival dell'oriente", con conferenze e workshops tra Padova, Milano, Bologna e Torino, dove il logopedista indaga i limiti più estremi della voce secondo la scuola Stratos.
Per l'occasione della XX rassegna a Demetrio dedicata ed a 10 anni dalla fondazione, gli HarmonicaBar rendono noto l'inedito "Gothic Requiem", con musica di Norman Zoia derivante dalla sua "Pugnale d'argento", melodia rock, armonia di canto armonico e flautofonico, ed un testo di elevata qualità derivante dall'omonima tetralogia lirica secondo traduzione inglese di Anna Tosin.
DISCOGRAFIA HarmonicaBar 2007-2017
La Nascita di una Dèa dai capelli di grano
The Gold Harmonicas, 2007, Le Origini
Giulio Simonetto (detto “Puccio”) e Giacomo Seccafien (non ancora buddhista “Fudenji”) incrociano le proprie strade nell’estate del 2007, contendendosi nel piccolo stanzino dell’oratorio di Eraclea un pianoforte scordato. Ben presto verrà formato un duo denominato “The Gold Harmonicas” dall’armonica in ottone che suona Giacomo assieme al bouzuki, alla chitarra dodici corde ed ad altri strumenti etnici, mentre Puccio si cimenta in tastiere, piano ed organino. La formazione viene consacrata il 27 Luglio con un concerto assieme all’altra band del paese, gli “A92”, che usano più distorsioni. Col ritorno a scuola i Gold Harmonicas si affermano come sperimentatori e contaminatori musicali, svolgendo il ruolo di “Mauro Paganesimo” nei complessi della zona, regalando camei e sapori melodici alternativi. Prendono parte tra l’altro ad assemblee d’istituto, incidendo questa rara musicassetta “La Nascita di una Dèa dai capelli di grano”, nella quale si respira l’estrema rottura di schemi metrici e la totale libertà d’espressione. Con l’affermarsi però viene contestata la proprietà del nome da un’orchestra newyorkese, e così Seccafien e Simonetto vengono ribattezzati come “HarmonicaBar”, nome ed immagine che proseguirà ininterrottamente l’attività dal vivo per altri 7 anni.
FrontLine, 2011, Il primo disco degli HarmonicaBar
Per quattro anni, le due band dominano con fratellanza la scena musicale giovanile del centro di Eraclea. Gli HarmonicaBar, accanto all’attività live, si cimentano in pubblicazioni altrettanto “ostinate e contrarie”: gli Lp vengono messi per iscritto in capitoli, portando alle stampe “Un lungo respiro di silenzi” e “Resistere e vivere”, mentre parallelamente gli A92 incidono due album. Nel 2011 arriva la proposta dalla Sardegna di un disco da distribuire con la “Fabbroni Editore”: nonostante il momento di grande difficoltà discografica italiana, i due complessi uniscono le forze, portando a termine la prima vera uscita discografica, denominata “FrontLine”, in onore del bar dove vengono composte, quando fa sera, le canzoni. Il libretto è un vero e proprio tomo, “Lucrece”, e dal disco vengono estratti ben 5 videoclip, grazie al genio di Daniele Bagolin. Gli A92, che tra l’altro si trovano nella formazione più energica della loro storia (Giachetto-Mazzucato-Vigani-Franceschetto), suonano nello studio “Arty Sound” versioni acustiche del proprio repertorio, più un remix, una traccia live ed una strumentale. Dall’altra parte, gli “HarmonicaBar” si chiudono nella vecchia Radio San Donà registrando l’incipit e la chiusura recitata dell’album, anch’essi un brano strumentale blues ma soprattutto “Dark Brims’ Angel”, polifonia forestale punk sui diritti gay, e la cantautorale “Pray for the Libyan Anarchist”, che sarà la primissima canzone trasmessa dalla Radio Nazionale Libica dopo la liberazione della Primavera Araba che la trasforma in repubblica. Il disco avrà grande successo, facendo nei video oltre 2000 click in poche ore, e ricevendo analisi da personaggi di spicco tra i quali Claudio Valente e Massimo Bubola. Ne fa seguito addirittura un concerto televisivo, a concludere quest’avventura che vede, per l’ultima volta, gli HarmonicaBar in duo, prima di evolversi in una formazione maggiore ed indipendente.
01. The clock shames cold time
02. Two roads, one choice
03. Youth Showdown
04. Pray for a Libyan Anarchist
05. These Memories
06. Course of life
07. Make you smile
08. San Francisco's Street Blues #3
09. The second possibility remixed
10. Dark Brims' Angel
11. Life for rookies
12. Bloody Mary's Castle
In the Fenix Flying
2011, Concerti degli HarmonicaBar al Prima Linea
Al termine della promozione dell’album “FrontLine”, com’è tradizione, si pensa alla distribuzione gratuita del disco. Ma nel proseguire le proprie strade, gli A92 perdono elementi, rinnegano i progetti passati e rifiutano nuovi coraggi melodici. Rilevano dunque le proprie canzoni in un archivio denominato “Flying is not like falling”, e si ritirano a vita digitale, riesumando le stesse idee per qualche mese, sino a scomparire. Dall’altra parte, invece, gli HarmonicaBar sono più vivi che mai, allargando la propria formazione e proseguendo il viaggio di ricerca musicale. Per non scadere nella ridondanza, decidono di rendere gratuiti i propri brani in una veste nuova, cioè portandoli dal vivo, tradotti in lingua italiana e documentandone l’attività, nello storico bar “Prima Linea” dove tutto ebbe inizio. Nasce così il concerto “In the Fenix Flying”, dove il “volo” non è antisinonimo di “caduta”, ma spicco di “rinascita”. Nel disco, che raccoglie diverse esperienze live, sono presenti molti amici (come Marco Priamo, Antonio Lunardelli, Stephany Bertapelle ed in sede radiofonica Elisa Erin Bonomo), diverse rivisitazioni ma anche inediti, e la presentazione della nuova formazione (che vede aggiunti Eleonora Marin al basso, Fabio Mariuzzo alla batteria e Vera Buffolo alla voce). Per due anni questo nuovo volto degli HarmonicaBar approderà sui palchi del Veneziano ma non solo, concedendo molto spazio al rock.
01 - Tema di FrontLine
02 - Improvvisazioni in giro di accordatura
03 - Angelo dalle ali nere
04 - Red Hair #1 & San Francisco's Street Blues #2
05 - Preghiera per un Anarchic Libico
06 - Intermezzo strumentale demo
07 - Hey HarmonicaBar! (Presentazione band)
08 - San Francisco's Street Blues #3
09 - Chiusura concerto al Prima Linea
10 - Blackout! (con Elisa "Erin" Bonomo)
Flipper Magic Man, 2012, Singolo
Dopo l’aver intrapreso strade e palchi diversi, un pugno di fan comuni tra gli HarmonicaBar e gli A92 rivendica almeno un brano a due voci, cosa non avvenuta in “FrontLine” per esigenze tempistiche. Risulta davvero difficile una nuova collaborazione tra i due complessi, ma i due rispettivi componenti che si concedono a progetti secondari, e che non hanno smesso il consueto ritrovo al Prima Linea, decidono di provare. Nasce così, tra Giacomo F. Seccafien e Marco Mazzucato, il divertissement “Flipper Magic Man”, canzone a basso budget che fonde l’identità dialettale locale con l’inglese e l’italiano, il rock ed il blues con il tema del proletariato e l’armonica a bocca. Nel singolo che la comprende, trovano spazio altri due brani di importanza filologica: “La Mandibola”, featuring tra Missa (Miss Simpatia) ed il Progetto Norman Zoia (N.Z.Project, la formazione di Giacomo che aprì qualche concerto di Pino Scotto), e “And I’m Still Here”, apice sperimentale degli HarmonicaBar che, in questo unicum, raggiunge nove elementi.
01 - Flipper Magic Man [Giacomo F. Seccafien feat. Marco Mazzucato]
02 - La Mandibola [N.Z.Project feat. Missa/Miss Simpatia]
03 - And I'm Still Here [HarmonicaBar&Friends Experience]
Gothic Requiem - 2017, XX Rassegna "Musica Diversa" in omaggio a Demetrio Stratos.
Formazione del gruppo: Giulio "Puccio" Simonetto: tastiere, organino
Giacomo F. Seccafien: chitarra, voce, diplofonie
Eleonora Marin: basso
G.Pavan(turnista): batteria
M.Priamo(turnista): chitarra elettrica